Il programma

I principi fondamentali

Essere razionali vuol dire prendere decisioni con la testa e non con la pancia. Significa decidere in base a dati concreti, non abbandonando la propria etica personale ma facendola lavorare sulla realtà e non sulle impressioni.
Siamo dalla parte della scienza. Per quanto possibile la usiamo nel definire il nostro programma politico.
Ma soprattutto essere razionali vuol dire essere responsabili e fare proposte realizzabili. Molti altri partiti ingannano gli elettori facendo promesse irrealizzabili. Noi invece proponiamo idee reali e spieghiamo come le applicheremo, per dare alle persone una reale possibilità di scelta.

Federalismo vuol dire essere per le comunità, per dare ad ogni comunità, che sia statale, nazionale o subnazionale, il diritto ad un autonomo governo e ad un autonoma organizzazione. Ci rifacciamo alle idee di Carlo Cattaneo, di Adriano Olivetti e di Silvio Trentin.

Essere liberali vuol dire non credere nella visione ottocentesca di Stato-Dio che deve guidarci dalla culla alla tomba ma nel vedere nello Stato un semplice ente con determinate funzioni, che dev'essere meno invasivo possibile.
Uno Stato troppo invasivo danneggia e basta le persone, rendendo difficile primeggiare in Europa e nel mondo.

Per la Lombardia

La Lombardia ha visto i propri momenti migliori quando non c'era un forte potere centrale. Proponiamo una riforma federalista anche per la Lombardia con una forte devoluzione alle Province e agli altri Enti autonomi, con uno speciale autogoverno per le zone alpine e la zona di Mantova.

Parlare lombardo è diritto di ogni lombardo. Proponiamo il bilinguismo paritario tra la lingua italiana e quella lombarda. Non si tratta di una battaglia di retroguardia, com'è quella fascista-monolinguistica, ma di una battaglia di civiltà e di progresso verso il plurilinguismo, perché un popolo bilingue non sarà mai plurilingue se parla solo una lingua.

L'identità è forza per i lombardi. Proponiamo che vengano ufficializzati i simboli lombardi e che siano usati sempre, affianco a quelli europei ed italiani.

I lombardi devono poter servire la propria Terra senza dover cambiare Regione. La Polizia Lombarda è una garanzia di democrazia, di sicurezza e di conoscenza del territorio, oltre che un importante incentivo all'entrata in Polizia per i giovani lombardi che non dovranno distaccarsi dal proprio territorio.

Chi è in corso dovrebbe non spendere un Euro per la propria formazone. Possiamo permetterci di pagare le università? Sì. È un'ottima proposta per aumentare il numero di laureati senza diminuire la qualità dello studio e delle lauree. Per chi ha meno di 26 anni proponiamo anche altre misure di aiuto e di cofinanziamento.

Il primo personal computer nacque tra Milano e Torino, non possiamo perdere completamente questo primato. Proponiamo misure di investimento per far tornare la Lombardia un polo tecnologico in Europa e nel mondo.

Per l'Italia

Da federalisti crediamo che solo il federalismo può rendere forte l'Italia. Siamo diversi, è un dato di fatto. Un siciliano e un lombardo non saranno mai la stessa cosa. Possiamo mantenere lo stato centralista, fomentare l'odio razziale e portare l'Italia all'autodistruzione, oppure trasformare l'Italia in una moderna federazione dove ogni popolo ha uno spazio proprio e inviolabile.

Parte della politica italiana ci propone come panacea ai problemi di cittadinanza lo ius soli, ossia una procedura semplificata per ottenere la cittadinanza per chi nasce in Italia, mentre l'altra parte ci dice che così diventeremo la sala parto d'Europa e che saremo islamizzati in poco tempo.
Entrambi ci mostrano esempi: I primi mostrano esempi di persone straniere naturalizzate che han fatto grandi cose, i secondi parlano di immigrati che compiono crimini e che con lo ius soli, a loro dire, diverrebbero cittadini. I primi parlano al buon cuore della gente, i secondi alla rabbia interiore.
Noi al buon cuore e alla rabbia preferiamo il buon senso, che ci dice che lo ius soli è una legge inutile.
Proponiamo, infatti due soluzioni realmente utili sulla cittadinanza:

Burocrazia

Essere stranieri non dovrebbe essere un peso. Una volta ottenuto un permesso di residenza o di lavoro non si debbono subire ulteriori vessazioni. Lo ius soli vorrebbe risolvere il problema della lunga burocrazia semplicemente dando la cittadinanza, ma la realtà è che serve una burocrazia migliore e meno pesante, una cosa ben più costosa di una semplice legge che concede più semplicemente la cittadinanza.

Modifica della cittadinanza

La cittadinanza non è sacra ma deve corrispondere ad una reale integrazione. È infatti supponente e quasi razzista credere che chiunque viva in Italia desideri la cittadinanza. Si può vivere nella comunità italiana in modo proficuo senza mai diventare italiani e senza mai volere la cittadinanza, ed è anche possibile crescere i propri figli in tal modo. Lo ius soli in questo caso sarebbe una presa in giro se non una cosa dannosa, per gli Stati che non ammettono la doppia cittadinanza
Proponiamo che la cittadinanza abbia tempi diversificati di residenza minima a seconda della vicinaza culturale della cittadinanza di origine e che sia data solo in seguito ad un esame, statale e regionale, che certifichi l'integrazione culturale, come avviene in numerosi stati del mondo. Sarà necessario avere anche un livello minimo B1 in lingua italiana e un A1 di lingua regionale, ove esistente. Qualora la lingua di integrazione sia quella regionale certificata B1, il requisito dell'italiano è ridotto ad A2.

Volere il diritto di secessione è diverso dal volere la secessione, così come volere il divorzio non vuol dire voler porre fine al proprio matrimonio. Il diritto di secessione permetterebbe di guadagnare da una eventuale indipendenza ed è una garanzia contro l'autoritarismo e l'abuso di potere centrale.

Proponiamo l'istituzione di un'integrazione regionale al lavoro per i disoccupati che preveda una formazione, un servizio civile/militare o una ricerca attiva di lavoro in cambio di un reinserimento guidato e un reddito minimo di sussistenza modulato su base regionale.

Una volta bilanciato il potere centrale con quello locale sarà possibile trasformare l'Italia in uno Stato più stabile con un governo di tipo semipresidenziale che rende più ardue le crisi di governo.

Per l'Europa

Per l'Europa abbiamo una sola proposta: Una integrazione più forte con confini fluidi. Per essere libera e unita l'Europa deve porre in dubbio la sacralità dogmatica delle nazioni e non porsi a loro difesa. Dobbiamo guardare con favore ai movimenti secessionisti d'Europa che potranno portare a questa riforma più velocemente.
Solo i popoli potranno resistere alle tendenze autarchiche e nazionaliste.