La flat tax è nel programma di vari partiti: Alcuni la propongono con senno, altri la sciorinano come soluzione a tutti i problemi d'Italia, addirittura rendendolo unico elemento del proprio programma economico.

Di principio non abbiamo nulla contro la flat tax. Tuttavia non condividiamo l'impostazione populista che spesso viene adottata con essa.

La flat tax, infatti, va a braccetto con liberalismo. Anche nelle importazioni più oculate lo Stato riceverebbe, ovviamente, meno soldi e quindi dovrebbe offrire meno servizi. Sarebbe dunque incompatibile con le proposte stataliste che vengono allegate alla flat tax come il reddito di cittadinanza, un aumento dei sussidi e dei servizi pubblici o veri e propri sprechi come la leva obbligatoria.

Flat tax vuol dire dunque più spese per le persone, ma essere più liberi di scegliere. Se oggi molti settori sono offerti dallo Stato, senza che una persona lo chieda esplicitamente, con meno spesa pubblica ci sarà più libertà in tal senso, ma libertà costosa. Ad esempio, i trasporti pubblici locali sono sussidiati dagli Enti locali. Se questo sussidio venisse diminuito i biglietti costerebbero di più. Ma pagherebbe solo chi usa quel mezzo, e fino ad un certo punto la sua spesa sarebbe compensata dalle tasse minori.

Dunque, la flat tax è una vera e propria interrogazione sulla funzione e sui ruoli che lo Stato deve avere nel mercato. Non si può di certo liquidare il tutto come un semplice fatto di tasse, anche se così, per molti politici che vogliono solo dire all'elettore "pagherete meno", sembra.